una vista dell'etna

Guardare l’Etna col naso all’insù

L’Etna si è formato nel Quaternario, che a noi può sembrare un sacco di tempo fa, ma dal punto di vista della storia della Terra è giusto ieri. Il Quaternario, infatti è il più recente periodo all’interno della più recente era geologica, il Cenozoico, ed è ancora in corso. L’Etna, quindi è un giovane ragazzo, ed infatti è molto attivo e vivace. Tra i vulcani attivi della placca Euroasiatica è il più alto, con i suoi 3.350 metri circa sul livello del mare.

Le pendici sud ed est del’Etna sono densamente abitate e coltivate almeno fino ai 1.000 metri sul livello del mare; qui la terra è fertilissima e qualsiasi cosa si pianti, viti, ciliegie, avocado, pistacchi, cresce rigogliosa. A nord prevalgono i boschi, mentre ad est, dalla parte di Bronte, il paesaggio è più brullo e desolato.

Dal 1987 ampie zone del comprensorio dell’Etna sono sotto la tutela del Parco Nazionale Regionale, nato per tutelare il vulcano dal turismo selvaggio e dalla cementificazione. Al Parco si accede da tutti i comuni che ne fanno parte, anche troppo comodamente per la verità: si può ben dire infatti che lo scopo di preservare questa meraviglia naturale dal turismo di massa è stato raggiunto solo in parte.

il cratere dell'etna

Pullman e souvenir quasi in vetta

L’Associazione Terra del Sole si rivolge al turista consapevole e rispettoso della natura, per questo non vi proporremo un lungo elenco di gite lungo le pendici dell’Etna, il web è pieno di indirizzi, numeri di telefono, proposte per pernottamenti comodi. Purtroppo oggi è possibile salire ai crateri silvestri addirittura in pullman e trovare a 1900 metri negozi di souvenir e ristoranti. Se volete arrampicarvi sul vulcano riconoscendo all’Etna il rispetto che gli si deve cercate una guida privata, magari arrivando in uno dei tanti comuni circostanti e chiedendo in giro ai locali; scegliete anche un periodo dell’anno di bassa o bassissima stagione per non rischiare di trovarvi tra torme di turisti in infradito che si scattano selfie sull’orlo di ogni buco fumante.

Pregi della Circumetnea

Un modo meraviglioso per ammirare l’Etna è ammirarlo dal basso, magari in treno, lungo il tragitto della Circumetnea che, con partenza Catania e arrivo Giarre Riposto, percorre tutti  i 110 km di circonferenza del vulcano. Ogni paesino toccato dalla Circumetnea: Linguaglossa, Paternò, Adrano, Bronte o Randazzo,  merita una sosta, per gustare i prodotti della terra e ascoltare i racconti degli abitanti. La Circumetnea non è una linea turistica: le carrozze sono spartane, vecchie, senza aria condizionata; qui si viaggia insieme ai pendolari e forse proprio per questo il viaggio sarà ancora più bello ed emozionante.

L'Etna dallo spazio

L’itinerario

Linguaglossa: forse fondata intorno al 1.000 da genti lombarde e genovesi, Linguaglossa possiede molte chiese da visitare, belle architetture barocche e tante cantine aperte al visitatore. Subito sopra l’abitato si estende la vasta pineta Ragabo con pini, larici, betulle e roverelle. Da Linguaglossa consigliamo di portare via una o due bottiglie di vino e almeno un bel sacchetto di nocciole.

Randazzo: sorge su una colata lavica preistorica e per questo il terreno qui è molto fertile. Trovate il tempo per visitare il Museo dell’opera dei Pupi, il Museo archeologico e soprattutto il Museo di storia naturale, che custodisce esemplari di uccelli autoctoni ormai estinti, come ad esempio l’avvoltoio dagli anelli.

Bronte: qui dovreste rimanere un paio di giorni. Per assaggiare i pistacchi in ogni loro versione, per visitare il Castello di Nelson, e per ascoltare i racconti dei paesani sui Fatti di Bronte, la rivolta dei cafoni contro i latifondisti, che fini in un bagno di sangue durante il Risorgimento. Nelle vicinanze la Grotta del Gelo è il ghiacciaio più meridionale d’Europa.

Paternò: nella valle del Simeto, abitata da 4.000 anni, Paternò è uno scrigno di reperti archeologici che vanno dalla preistoria all’età Svevo Normanna. Tantissimi monumenti architettonici di varie epoche, dal Medioevo al Barocco, renderanno indimenticabile il vostro soggiorno.

Una curiosità in chiusura: il re borbone Ferdinando delle due Sicilie donò il Castello di Bronte all’ammiraglio inglese Horatio Nelson, riconoscente per il suo aiuto nello sgominare la Repubblica Napoletana. Da quel momento in poi ogni documento firmato dall’ammiraglio recò il titolo di Duca di Bronte. Sembra che un curato dello Yorkshire, fervente ammiratore dell’ammiraglio, decise di cambiare anch’esso il suo cognome in Bronte. Per questo motivo sua figlia firmò il libro Cime Tempestose come Emily Bronte.